Antico Ospedale di SS. Pietro e Paolo

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La nostra sede sociale: “Antico Ospedale di SS. Pietro e Paolo”.

Sebbene il Comune di Venezia e la Municipalità di Venezia lo indicano impropriamente nei documenti ufficiali come ex Istituto “Maria Ausiliatrice”, in realtà dal 1181 al 1806 il complesso edilizio fu la sede dell’Ospedale Santi Pietro e Paolo, uno fra i primi nosocomi realizzati in città e uno dei suoi quattro “ospedali mazori”. Dopo la chiusura avvenuta in epoca napoleonica, acquisito dal Comune di Venezia nel 1807 esso divenne Patronato per ragazzi vagabondi e in seguito acquistato dall’ordine salesiano delle suore di Maria Ausiliatrice che poi nel 1998 lo rivendette nuovamente al Comune.

Quest’ultimo, dopo un lungo restauro del complesso, ne affittò la parte più grande all’ESU per pensionato studenti universitari, una parte minore fu trasformata in case popolari, una parte più piccola destinata ad ospitare Associazioni ed uffici pubblici.

Entrando dal portone monumentale secondario posto in Calle San Gioachin, 450, salendo lo scalone in pietra d’Istria si accede al primo piano, dove ha sede la SMSCC.

 

La storia.

La fondazione di questa importante struttura sanitaria della città viene fatta risalire al 1181, anno in cui in questo luogo sarebbe iniziata la costruzione di un edificio specializzato nell’assistenza ai feriti (e per questo motivo il complesso è spesso citato nelle cronache anche quale ospeal dei feriti), ma anche per ospitare i pellegrini che a quel tempo transitavano per Venezia diretti in Terrasanta (così da tenerli isolati dalla popolazione residente). Solo più tardi l’assistenza medica fu estesa anche a beneficio degli ammalati e i poveri.

Gestito dapprima da una confraternita laica, il cui Gastaldo costituiva il responsabile della gestione, in seguito al vertice dell’organizzazione fu  posto un Prior. Tra i tanti succedutisi alla carica, si ricorda in particolare Marco Bonardo il quale, eletto nel 1328, ebbe prima modo di ampliare l’edificio e quindi, nel 1348, ottenne che l’ospeal passasse sotto la protezione del “juspatronato dogale”. Da questo momento al Prior vennero affiancati cinque Procuratori, tre dei quali dovevano obbligatoriamente essere nobilomeni veneziani e due cittadini originari.

Nel 1350 l’ospeal ampliò la propria sede grazie al lascito il più consistente di tutta la sua storia, effettuato da tale Francesco Avanzo (o D’Avanzo) che donò in eredità il contiguo Ospedaleto Avanzo.

Dal 1368 l’Istituzione fu generalmente considerata ospeal mazor, essendo una delle strutture più grandi fra quelle allora esistenti a Venezia, con una capacità di accogliere fino a circa cento fra ammalati e pellegrini e godendo anche di grande prestigio scientifico grazie all’alta professionalità dei medici che vi operavano (tradizione questa che continuò nel tempo, ricordando Francesco Papale, che nel 1800, pochi anni prima della definitiva chiusura, qui fondava una delle prime scuole di chirurgia).

Nel 1418 tale Elena Marchi lasciò in donazione una “caxetta” posta in fondamenta San Gioachin cui seguì la fondazione di un Ospissio de pizòcare (così erano chiamate le terziarie) affinché provvedessero ad assistere i ricoverati. In seguito venne costruito anche un piccolo Oratorio, che fu poi dedicato a San Gioachin.

Come era comune per le Istituzioni assistenziali in città, anche questo ospeal godeva della proprietà di un vasto patrimonio immobiliare, dal quale traeva una rendita che costituiva una parte importante delle risorse per il suo funzionamento. Una patera in pietra d’Istria raffigurante il simbolo del nosocomio, ovvero una spada verticale che incrocia due chiavi orizzontali, si trova oggi ancora murata su di un vecchio tezon di uno squero nell’isola de San Piero. Grazie a questi ed altri possedimenti, nel 1724 fu calcolato che l’ospeal godeva di una rendita di circa 3.000 ducati annui.

Forse in coincidenza con la ristrutturazione a cui fu sottoposto l’Oratorio di San Gioachin, che in quel periodo vide mutare l’orientamento della pianta interna, nel 1750 l’intero edificio subì un vasto restauro.

Caduta la Repubblica nel 1797, con la promulgazione dei decreti napoleonici di soppressione e riordino del 1807, dopo un’attività plurisecolare l’ospeal venne chiuso, cessando immediatamente ogni attività sanitaria e i degenti immediatamente trasferiti presso l’Ospeal dei Incurabili; contemporaneamente tutto il patrimonio immobiliare fu avocato al Demanio, che in seguito lo vendette ai privati.

 

L’edificio.

La facciata principale, che guarda la fondamenta San Gioachin, purtroppo appesantita e stravolta dall’aggiunta del secondo piano avvenuta in epoca recente, al piano terra presenta tre ingressi, assai ravvicinati tra loro: il primo a sinistra dava ingresso al convento delle pizòcare, quello centrale all’ospeal e quello a destra, il cui impianto architettonico contrasta stilisticamente con le prime due, introduce all’Oratorio di San Gioachin oggi sconsacrato ma che ancora conserva, entro il piccolo ambiente, il grande altare e dirimpetto il barco (coro pensile).

Sopra la porta centrale sono murate due lapidi, sovrapposte fra loro ed entrambe racchiuse entro una elaborata cornice in marmo rosa. Quella superiore reca la seguente iscrizione: 

 

AEDE HANC SUBDUCIS SER. PATRONATY

APOSTOLORUM PRINCIPIBUS DICATAM

VETUSTATE IAMFATISCENTEM AC PERVENUTAM

PAULUS VENETUS PRIOR

NON LA CE CONOMIAE ADMINISTRANDAE QUAM PIETATI

AC RELIGION EX CALENDAE NOVITERAD DICTVS

AMPLIAVI CULTU REFORMANDA

ANNO CHRIST CURAVIT M D C II L

DVCE FRANCISCO MOLINO

ILL. ATQVE ECC. ALOYSIO MOCENIGO ET ANDREA

DELPHINO HUISCE NOXOCOMII TUTORIBVS

 

La seconda, posta al di sotto, recita:

 

AEDE RVRSVS REPARATA VETVS EPIGRAFE RESTITVTA EST

ANNO MDCCXXXVI

DVCE ALOYSIO PISANO

CURATORIBVS EX. ORDINE PATRIT.

IO: PETRO PASCHALICO, IO. ANTONIO RVZZINO

GEORGIO CONTARENO EQ. COM. JOPPE

EX ORDINE CIV.

FRANCISCO CAVALI, IOSEPHO AGAZZI

IO. BAPTA ALBERGHINI PRAESIDE

 

Pochi passi oltre l’angolo dell’edificio, che qui coincide con l’Oratorio, inoltrandosi nella stretta calle San Gioachin, è murato un crocifisso in pietra d’Istria.

Proseguendo, nel punto dove la calle svolta a destra si trova l’ingresso secondario all’ospeal, pure se esso è certamente più imponente di quello principale. Sopra la porta d’ingresso è collocato un notevole gruppo scultoreo databile del XIV secolo, raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi patroni.

Sul lato sinistro, mentre riceve le chiavi dal Bambin Gesù, è raffigurato San Pietro che con l’altra mano tiene un cartiglio srotolato dove sono incise le seguenti parole:

 

TU ES PETRUS ET SUPER HANC PETRAM AEDIFICABO ECCLESIAM MEAM ET TIBI DABO CLAVES [regni coleorum], [vas] ELECTIONIS MIHI EST [iste];

 

sul margine sinistro della scritta vi è inciso: RESTAURATO L’ANNO MDCXCVIII;